giovedì 30 maggio 2024

La metà oscura

La metà oscura 
L'eco dell'oscuro
riverbera sulla tua luce,
e ti parla, 
ti racconta ciò 
che non vuoi riconoscere. 
Siamo limiti e infinito, 
costruttori di pace
e di Marte seguaci, 
la nostra metà oscura
o la illuminiamo
o disegna il cammino
Guardandola
l'abbracciamo, 
ne assorbiamo
l'essenza, 
arricchendo
di verità
la tavolozza 
dei nostri colori. 
03/2024

martedì 28 maggio 2024

La Storia del West di Gino D'Antonio

Nei tanti fumetti della mia gioventù spicca la Storia del West di Gino D'Antonio pubblicata dalle edizioni Cepim (che divenne poi la Sergio Bonelli Editore).
La prima storia che comprai fu "La notte dei vigilanti" e ne fui colpito sia dai disegni di Sergio Tarquinio che dalla storia: era un modo totalmente diverso di affrontare il Western rispetto a come ero abituato. 
Che cavalcata nella storia americana di quel periodo.
Attraverso i componenti della famiglia Mac Donald il Farwest americano mi ha affascinato e mi ha incuriosito dandomi il la per approfondire la storia degli indiani d'america. 
Quanti personaggi reali raccontati in modo egregio che intrecciandosi con la vita fantasiosa dei Macdonald (per me Bill Adams su tutti) sono passati in quelle pagine . 
WIld bill Hickock, Geronimo, Toro Seduto, Cochise, Cavallo Pazzo, Nuvola Rossa, Custer, Jessy James, Billy the kid, Pinkerton, Capo Giuseppe e tanti altri descritti dalla penna di Gino D'Antonio. 
La sua Storia del West ha cercato di raccontare in modo il più possibile veritiero quel periodo storico, e dando il giusto risalto alla resistenza delle tribù indiane alla sanguinosa avanzata dell'uomo bianco. 
Ho apprezzato particolarmente i disegni di Sergio Tarquinio, un tratto il suo originalissimo. 


Per chi desidera la ristampa di Storia del West a colori continua ad uscire sempre per la Sergio Bonelli Editore. 



sabato 25 maggio 2024

Proverbi e modi di dire romani


Sono nato a Roma. E questo è un elenco di modi di dire e di proverbi che ho sentito fin da bambino. Alcuni si usano ancora, altri si sono persi per strada. 


Nun se pò cavà sangue da 'na rapa. 

Quanno er diavolo te s'alliscia vordì che vole l'anima.

A chi tocca nun se 'ngrugna.

Er sordo der compare ce sente solo quanno je pare. 

Er core nun se sbaglià. 

Morto 'n Papa se ne fa n' antro.

Troppi galli a cantà, nun se fà mai giorno.

Male nun fà, paura nun avé.

Se stava mejo quanno se stava peggio.

Se mi nonno ciaveva 3 palle era un flipper.

Er più pulito cià 'a rogna.

Le bucie cianno 'e gambe corte. 

Quello che nun strozza 'ngrassa.

Sparagna Sparagna arriva er gatto e se lo magna. 

L' acqua cheta fracica li ponti.

Tutte le strade porteno a Roma.

Roma fu fatta  'n pó pe' vorta.

Omo de panza, omo de sostanza. 

Na mela fracica ne guasta cento bone. 

La gatta frettolosa fa li fii cechi.

L' unica cosa bella de Milano è er treno pe Roma. 

A incazzatte fai du' fatiche: te incazzi, te scazzi.

Se nun è zuppa è pan bagnato.

È arivato Cacini. 

Drento 'a botte piccola c'è er vino bono.

Chi cià er pane, nun c'ha li denti e chi cià li denti, nun cià er pane.

Ne 'a terra dei cechi l'orbo è 'n re.

Nu'n c'è trippa pe' gatti. 

Restà come Don Farcuccio co' na mano davanti e n'antra de dietro.

mercoledì 22 maggio 2024

Il solco


Il solco
Da quanto
ho smesso
di cercare? 
Da quanto le mie mani
non riescono
a creare? 
Dove è nascosto
il chi sono? 
Dov'è il battito
accellerato
che ti dà vigore? 
Il solco che tracci, 
troppe volte, 
porta via
pezzi di te, 
e, 
se non ti fermi
ritrovandoti, 
ciò che ti rimane
è il nulla.
03/2024

sabato 18 maggio 2024

Il mio Corto


Ho incontrato per la prima volta Corto Maltese sulle pagine della rivista Linus per poi seguirlo in tutte le sue pubblicazioni.
Corto maltese è l'avventura e il segno di Hugo Pratt è uno degli esempi più alti dell'arte disegnata.
Corto e i suoi compagni tratteggiati con maestria da quel grande artista di nome Hugo Pratt mi hanno accompagnato in questi anni. 
Non c'è bisogno di molte parole,
Corto è da leggere
e lasciarsi trasportare nei suoi mondi 
é cosa buona e giusta.




lunedì 13 maggio 2024

Il guscio


Il guscio
Il guscio
che ho intorno, 
talvolta, 
s'incrina, 
e, in trasparenza, 
filtra 
il dubbio. 
La prigione delle mie illusioni
dipinta di sgargianti colori,
sbuca, 
fa capolino. 
Spogliato
della corazza
riconosco
i miei fallimenti, 
ne vedo i confini, 
li abbraccio. 
Quante false vittorie
s'affacciano
e mi deridono,
insieme ai novelli Socrate
orgogliosi di non sapere. 
Splendidi giganti
creati da un nano, 
siamo tutti figli
di uno specchio deformato, 
da ripulire, 
con pazienza, 
con amore, 
con dolore. 
Per riuscire, 
in questo caos
di vita, 
a riveder le stelle.
03/2024

sabato 11 maggio 2024

Parole di cantautori

Francesco Guccini
Vedi cara, è difficile spiegare, è difficile capire se non hai capito già.
Vedi cara

Francesco De Gregori
Non conosce paura l'uomo che salta e vince sui vetri e spezza bottiglie, ride e sorride. Perché ferirsi non è possibile.
Morire meno che mai e poi mai.
Pezzi di vetro


Franco Battiato
Cerco un centro di gravità permanente che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente
Centro di gravità permanente 

Domenico Modugno
È giunta mezzanotte, 
si spengono i rumori, 
si spegne anche l'insegna 
di quell'ultimo caffè,
le strade son deserte, 
deserte e silenziose, 
un'ultima carrozza 
cigolando se ne va. 
L'Uomo in frack

Lucio Dalla
Caro amico, ti scrivo, 
così mi distraggo un po'.
E siccome sei molto lontano, 
più forte ti scriverò. 
Da quando sei partito c'è una grossa novità, l'anno vecchio è finito, ormai, 
ma qualcosa ancora qui non va. 
L'anno che verrà

Fabrizio De André
Ama e ridi se amor rispondi
Piangi forte se non ti sente
Dai diamanti non nasce niente 
dal letame nascono i fior
Via del campo

Antonello Venditti
Quanto sei bella Roma quand'è sera, quando la luna se specchia 
dentro er fontanone. 
E le coppiette se ne vanno via
Quanto sei bella Roma quando piove.
Roma capoccia

Vasco Rossi
Respiri piano per non far rumore
Ti addormenti di sera e ti risvegli col sole
Sei chiara come un'alba
Sei fresca come l'aria
Alba chiara

martedì 7 maggio 2024

Un battito di speranza

Un battito di speranza
In ogni piccolo risvolto della vita, 
celato agli occhi ed al sentire, 
si annida un battito di speranza, 
che chiama il futuro, 
cercando di plasmarlo. 
Aggiunge penne alle tue ali
dando forza al creare, 
colorando i tuoi sogni, 
tracciando i sentieri.
È la tua firma,
il tuo spartito,
il tuo divinere;
è la linfa vitale
che ti spinge, 
là, 
dove il domani 
sorgerà.

03/2024

sabato 4 maggio 2024

Viaggio in paradiso di Mark Twain

Dalla penna ironica del padre di Tom Sawyer e di Huckleberry Finn l'ultimo romanzo scritto prima di morire. 
Le avventure del capitano Stormifield, 
che, dopo morto, va alla ricerca
del "suo" paradiso. 


Verruca

Rallentai e mi avvicinai ad un cancello, unendomi ad uno sciame di altre persone.
Quando fu il mio turno, il primo segretario fece in tono sbrigativo:
«Presto! Di dove siete?» 
«Di San Francisco» , rispondo. 
«San Fran... Che cosa?» 
«San Francisco», ripeto. 
Si grattó la testa con un'espressione perplessa e chiese:
«È un pianeta?» 
«Pianeta?» rispondo. «È una città. E per giunta una delle più grandi e più belle e...» 
« Basta, basta!» dice. «Qui non c'è tempo per fare conversazione. Noi qui non ci occupiamo di città. Da dove provenite in senso generale?» . 
«Oh, scusatemi. Vengo dalla California». 
Rifletté un attimo, imbarazzato, poi disse in tono secco e irritato:
«Non conosco nessun pianeta con questo nome. È forse una costellazione?» 
«Santo cielo!» rispondo. «Non è una costellazione, ma uno Stato». 
«Qui non facciamo una questioni di stati, giovanotto. Volete dirmi, insomma, di dove siete in senso generale, all'ingrosso, capite? » 
«Oh, finalmente capisco. Vengo dall'America, dagli Stati Uniti d'America».
Niente, niente ancora: possa morire se mi aveva capito. Mostrava una faccia assente e scombussolata, come un bersaglio dopo una gara di tiro a segno. Volgendosi ad un impiegato in sottordine chiese:
«Dov'è l'america? Che cos'è l'America?» 
«Non esiste un mondo di questo nome» rispose prontamente l'impiegato. 
«Mondo? » faccio io. «Ma che cosa andate dicendo, giovanotto? Non è un mondo: è un paese, un continente. L'ha scoperto Colombo. Penso che Colombo, almeno, lo abbiate sentito nominare.  L'America, signore: l'America». 
«Silenzio!» fece il primo segretario «Per l'ultima volta da dove venite?» 
«Ebbene, non so dirvi di più per non complicare le cose: vengo dal mondo». 
«Ah, finalmente!» rispose e il viso si rasserenó un poco. «È già qualcosa. Ma da quale mondo». 
Adesso ero io che non capivo. Ci guardammo negli occhi, io imbarazzato, lui irritato. 
«Avanti! Avanti! Da quale mondo?» proruppe. 
«Dal "mondo", naturalmente» rispondo io tranquillamente. 
«Il mondo! Ma ce ne sono bilioni di mondi.» 
«Caro signore», risposi piuttosto umiliato, « ho l'impressione di non saper dire da che mondo provengo. Ma forse potrete fare e un'idea se vi dirò che si tratta del mondo salvato dal Redentore». 
All'udire quel nome, il capo segretario chinó il capo e rispose con gentilezza:
«I mondi che Egli ha salvato sono come i cancelli del cielo: infiniti. A quale sistema astronomico appartiene il vostro mondo? Forse questo ci può aiutare». 
«Il sistema di cui fanno parte il Sole, la Luna, Marte, Nettuno, Urano e Giove». 
Ma ad ogni nome che pronunciavo, l'altro scuoteva la testa. Non li aveva mai sentiti nominare. 
«Aspettate! Aspettate un momento!» esclamó poi. «Giove... mi sembra che ottocento o novecento anni fa sia capitato qui un tizio proveniente da quel mondo. Vi faccio notare, peró, che le persone che appartengono a quel sistema varcano molto raramente questo cancello». 
Si volse ad un impiegato e poi gli disse:
«Sapete o non sapete a che sistema appartiene Giove?» 
«Non ricordo, signore, ma credo che sia un pianeta di uno di quei nuovi piccoli sistemi confinati in un angolo dell'universo. Vado subito a vedere».
Prese un pallone e cominciò a innalzarsi lungo una carta grande come Rhode Island. Presto scomparve Dalla nostra vista, ma ogni tanto ridiscendeva per prendere qualcosa da mangiare e poi ripartiva. Insomma, questa faccenda durò un paio di giorni. Alla fine l'impiegato discese dicendo che credeva di aver individuato il mio sistema solare, sempreché non si trattasse di macchioline lasciate dalle mosche. 
Si muní di un microscopio e si innalzó un'altra volta. L'impiegato tornó e mi invitò a descrivere il nostro pianeta e a precisare quanto distava dal Sole: quindi, rivolto al segretario capo, disse:
«Ho capito a quale mondo allude. È segnato sulla carta con il nome di Verruca»...