Per molti amanti della lettura comincia tutto dall'incontro con un libro che si trasforma in un'esperienza indimenticabile.
da I miei giorni alla libreria Morisaki
di Satoshi Yagisawa
Il mio primo incontro con un libro per me indimenticabile è stato Martin Eden di Jack London.
È uno dei primi libri che ho letto e questa sorta di autobiografia di Jack London mi ha fatto amare la sua scrittura e la forza che si sprigionava da quelle pagine.
Il viaggio del marinaio Martin che dopo aver conosciuto Ruth, una donna dell'alta borghesia, per amore di lei comincia a leggere, divorando libri su libri, per cercare di raggiungere quella classe che lei rappresentava. Il bisogno di scrivere e tutte le tappe di quel successo che sperava e nel mezzo i suoi mille lavori (le pagine in lavanderia sono mirabili) sono descritti in questo libro e soprattutto le sue disillusioni quando si rende conto di essere ormai lontano dalla sua classe d'origine e di sentirsi altrettanto lontano dalla classe che anelava.
Un uomo divorato dalle domande sul suo ruolo e con la consapevolezza dell'inutilità del successo arrivato quando ormai non gli interessava più.
E la ciliegina sulla torta è l'ultima frase del libro che considero una delle più belle e forti di tutta la letteratura.
Da questo libro ho iniziato ad amare Jack London e negli anni ho letto la maggior parte dei suoi libri apprezzandoli.
La sua vita stessa è un romanzo fantastico e rimane uno dei miei autori preferiti.
Per chi non l'ha letto auguro un buon viaggio con Martin Eden.
Martin Eden di Jack London
traduzione di Stella Sacchini
Incipit
Uno dei due apri la porta con una chiave ed entrò, seguito da un giovanotto che si tolse il berretto con gesto goffo.
Indossava vestiti rozzi che puzzavano di mare ed era chiaramente fuori posto in quel salone spazioso.
Non sapeva che farsene del berretto è se lo stava ficcano nella tasca del cappotto quando l'altro glielo strappó di mano.
Fu un gesto tranquillo e naturale, e il giovanotto goffo ne fu contento.
"Si rende conto della situazione." fu il suo pensiero.
"Andrà tutto bene mi aiuterà lui."
Mentre camminava alle calcagna dell'altro, dondolava le spalle, e senza rendersene conto, teneva le gambe divaricate, come se l'immobile pavimento si alzasse e abbassasse, sollevato e sospinto dal mare.
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