lunedì 11 novembre 2024

Vent'anni

Vent'anni 
Mi ricordo di te, 
dei tuoi occhi, 
del tuo sorriso, 
dei tuoi ricci
e del tuo incedere,
puro. 
Mi ricordo di me, 
di quello che ero, 
dei miei sogni 
e di quell'energia
che mi spingeva
a rivoltare il mondo, 
senza se, 
senza ma. 
Mi ricordo del primo bacio
e del mio cuore che esplodeva
su quella spiaggia, 
immersa di voci. 
Di tanti giorni pieni del tuo nome, 
di quel muretto e di quell'angolo 
da cui apparivi, 
e il battito del mio cuore
sempre più veloce. 
Di tanti giorni disperati, 
con la mia anima che urlava
perché non c'eri, 
prigioniero
del bisogno di credere
in qualcosa di diverso. 
L'amore non sempre è 
una strada in discesa
ma, a volte, 
è una salita ardua, 
piena di brusche frenate. 
Ci vuole così poco
per innalzarti o sprofondare. 
E perdersi per tanto tempo
dietro un illusione
ti dà un indirizzo, 
una direzione, 
ti spinge a cambiare. 
Mi ricordo di te
e di me
in te,
del tempo perduto
e di quello ritrovato, 
della gioia 
e del dolore, 
dell'andare via
e dell'essere ripreso, 
della musica 
e del silenzio, 
dell'estasi
e dell'abbandono, 
di così tante emozioni
e altrettante catene. 
Se una donna
la vesti d'ideale
l'amore non è più amore, 
ma trappola.
Quando innaffi troppo la pianta 
con ció che vorresti,
non fai altro
che affogarla. 

E poi, capire, 
finalmente, 
che la nostra strada
non era insieme, 
perché, nel profondo, 
insieme, 
non lo eravamo mai stati. 
E, allora, 
solo allora, 
ho trovato 
quello che ho sempre cercato. 
In altri occhi, 
in un altro sorriso, 
nella comunione vera
con uno spirito affine, 
perché la vita insegna
che nella sconfitta
si può celare 
una grande vittoria.

Mi ricordo di te, 
e di me, 
in te, 
e dei miei vent'anni
senza se, senza ma. 
08/24 

sabato 9 novembre 2024

I Bonelli

Passeggiando nei miei ricordi fumettistici non posso non citare Gian Luigi Bonelli e suo figlio Sergio, grandi scrittori di storie e grandi editori (Gian Luigi insieme alla moglie...).
La loro casa editrice, anche se con nomi diversi, mi ha accompagnato fin da piccolo e i loro personaggi sono stati parti importanti delle miei passioni fumettistiche (Ken Parker su tutti).
Ho iniziato con lo Zagor di Nolitta (lo pseudonimo di Sergio Bonelli) e Ferri, 
a casa c'erano anche i Tex  di Gian Luigi Bonelli e Galep comprati da mio padre e che successivamente comprai anch'io, e poi continuai cno la Storia del West di Gino D'Antonio, Mister no sempre di Sergio Bonelli, Ken Parker di Berardi e Milazzo, Nathan Never di Medda, Serra e Vigna, Dylan Dog di Sclavi, Magico Vento di Manfredi. 
Ho letto tanti fumetti della Sergio Bonelli Editore e ho apprezzato tanti soggettisti  e disegnatori che sono passati per quelle pagine. 

Di Gian Luigi Bonelli e il suo Tex oltre le storie con Mefisto tutto il periodo dal n 100 El morisco al n 154 Una campana per Lucero rimangono tra i miei preferiti. 


Copertina e disegni di Guglielmo Lettieri

Copertina e disegni di Galep

Copertina e disegni di Galep

Copertina Galep e disegni Giovanni Ticci

Copertina e disegni di Galep

Copertina Galep disegni Erio Nicolò 

Copertina Galep disegni Guglielmo Lettieri

Di Sergio Bonelli
il suo Zagor
con i numeri dal nr. 55 Zagor racconta al n. 138 L'orrenda magia su tutti

Copertina e disegni di Gallieno Ferri

 Copertina e disegni di Gallieno Ferri


e Mister No
i primi 50 numeri 

copertina Gallieno Ferri
disegni Roberto Diso

martedì 5 novembre 2024

cose strane: fari nella notte

Questo post avrebbe potuto avere altri titoli: la scelta, in viaggio per un amico, contromano, destino o fato.
E tutti avrebbero avuto un senso. 
Era l'estate del novantatre ed eravamo in viaggio in macchina per la Spagna, io con altri 2 amici, Maria e Marcello.
Era una sorta di saluto che dovevamo ad un nostro caro amico, Valter, morto pochi mesi prima in un incidente in macchina.
Maria, che guidava l'auto, era stata la sua ultima storia e noi stando insieme volevamo dare forza a lei e a noi.
Viaggiavamo in una strada statale in Spagna era sera tardi ed eravamo un po' stanchi.
Ad un certo punto forse perché pensavamo di aver sbagliato strada, ovviamente in quegli anni ci si muoveva solo guardando la cartina stradale, ci fermammo in uno slargo per controllare. 
Dopo aver avuto conferma dell'errore riprendemmo il percorso tornando indietro sulla seconda corsia di quella strada.
Non era una seconda corsia, ma bensì una strada a senso unico con una doppia corsia. Facemmo forse una ventina di metri senza rendercene conto finché dall'altra parte passo una macchina suonando all'impazzata (probabilmente le parolacce si saranno sprecate) e in quel momento capimmo.
Eravamo contromano. 
Io ero seduto davanti, al posto accanto al guidatore. 
E in quel frangente vedemmo arrivare un  auto che velocemente veniva verso di noi... 
Si dice che quando vedi la morte in faccia rivedi scorrere in un attimo la tua vita. 
Per me non è stato così. 
C'era solo una sorta di rallentamento del tempo, forse un unico pensiero "È finita". 
Vedevo i fari che si avvicinavano sempre di più, sempre di più, in macchina ricordo solo silenzio, Maria aveva quasi fermato l'auto e poi... all'ultimo istante la macchina che ci veniva incontro devió sulla destra e ci schivó continuando la sua corsa. 
Maria fece velocemente una conversione a u e ritornammo sulla corsia giusta fermandoci poi su uno spiazzo. 
Siamo scesi, riprendendo a respirare. 
Bastava così poco. La vita è così, un errore per distrazione, per stanchezza e tutto cambia, sia per noi che per chi era nella macchina che ci veniva incontro. 
Maria ci disse che in quel momento pensó che era meglio rimanere fermi senza deviare l'auto perché se anche l'altro deviava ci saremmo scontrati. Una scommessa vinta, una scelta finita bene. 
Il caso ha fatto sì che non passasse contemporaneamente un'altra macchina sulla corsia accanto, che il guidatore dell'auto che ci veniva incontro girasse in tempo, che la curva da cui venne la macchina era ancora distante abbastanza perche ci potesse vedere per poter reagire, che quella precedente ci avesse avvertito, che Maria decidesse la mossa giusta. Tante variabili, tante possibilità. 
Bastava poco, una piccola variazione e il nostro destino sarebbe cambiato. 
Io pochi mesi dopo non avrei iniziato una storia con quella che sarebbe diventata la donna della mia vita e mio figlio non sarebbe nato. 
Così è la vita. Se fossi credente potrei pensare che Valter ci abbia protetto da lassù, ma non sono credente. 
Il caso ci ha portato in quella situazione e il caso ce ne ha fatto uscire illesi. 
Sicuramente con una consapevolezza maggiore, sapendo che in fondo in un attimo tutto può cambiare e perciò è importante cogliere l'attimo, vivere pienamente la vita. 
Prima di quella volta io già conoscevo la morte che aveva segnato la mia vita: quella dei miei, quella di Valter. 
Se quella dei miei era dovuta da quella terribile malattia che è il cancro, quella di Valter era legata al caso e anche a dei misteri, con delle analogie con il nostro viaggio in contromano. 
Era venuto un nostro amico tedesco Kam a Roma, e Valter lo ospitava a casa sua. 
Quella sera erano usciti insieme e rientrati sul tardi. Io non ricordo perché non ero andato con loro, Maria era andata a trovare i suoi al nord.
Rientrati a casa ognuno era andato nella sua stanza a dormire... e qui inizia il mistero : Valter in piena notte si alza, esce, prende la macchina e va all'appuntamento con la morte. In una strada di Roma mentre lui la percorreva, da una traversa gli arriva addosso un auto guidata da una ragazza. 
Lui sbatte la testa e muore. 
Forse correvano tutti e due, chissà. 
La realtà è che a 30 anni muore. 
Vai a sapere perché è uscito, vai a sapere se correva, vai a sapere se ci sono colpe della ragazza, chi lo sa? 
Così è la vita. Valter non ha avuto possibilità, noi in quella strada della Spagna si. 
E quella storia un insegnamento me l'ha dato: vedere la morte in faccia ti cambia le prospettive, ti aiuta a non dare troppo valore alle quisquilie, alle pinzillacchere come diceva Totò. 
La vita è una cosa troppo seria per perdere tempo in sciocchezze. 
Cose strane accadono sotto questi cieli, 
si può cadere nel buio, si può vedere la luce, e due fari che ti vengono incontro a tutta velocità te lo fanno capire. 
La vita, come si dice a Roma, è un pizzico, 
per quanto possibile, bisogna godersela. 



venerdì 1 novembre 2024

Razza di idioti: Sangue

Sangue (Razza di idioti!) 
Sangue, 
sangue ovunque, 
imbratta gli occhi
urla attenzione. 
Barbari tempi
dove vittime divengono carnefici, 
dove l'unica strada
è il tallone di ferro
L'uomo nuovo non è mai nato
intrappolato dal selvaggio con la clava. 
Razza di idioti! 
Viviamo in un paradiso
trasformato in inferno
da bambini con il potere di un dio
e con l'inconscienza di un folle. 
In equilibrio sull'abisso
non vogliamo vedere
il filo che si spezza
e che nessuno è vincitore
sulle macerie
di un pianeta morente. 

Sangue, 
sangue ovunque. 
Sui giusti e sugli ingiusti, 
sui pii e sui blafemi, 
sui consapevoli e sugli indifferenti, 
su ogni piccolo rivo di bellezza
o su ogni malevole rifiuto. 
Razza di idioti! 
Intrappolati nell'oblio
ci rifiutiamo di imparare, 
per un dio o per il potere
la storia oscura ritorna, 
con roboanti rumori
e spade sempre più affilate
Il sonno della ragione
continua a generare mostri 
mentre Thanatos si bea
della nostra stupidità. 

Sangue, 
sangue ovunque. 
Barbari tempi
dove i figli uccidono i padri
e i padri mandano a morire i figli, 
dove il fuoco distrugge tutto, 
e l'arte viene deturpata, violentata
mentre i ricordi ed il futuro
si colorano di rosso. 
Violenza chiama vendetta
e incubo chiama incubo
in questa sterile terra, 
piena di granitiche certezze
e vuota di poesia. 
Diogene che cerca l'uomo
l'ha finalmente trovato:
ha le mani insanguinate
e cammina tra caos e indifferenza
mentre intorno a lui
il mondo brucia. 
Il suo nome è Caino. 


10/24