sabato 30 novembre 2024

Sulle strade dell'Avventura

I Romanzi d'avventura  mi hanno accompagnato nelle mie prime letture: dal Sandokan di Salgari al Comandante Nemo di Verne, dal Tarzan di Burroughs a Zanna Bianca di Jack London, per non parlare dell'ultimo mohicano di Cooper e dell'isola del tesoro di Stevenson
Solcare il mare con la tigre della Malesia o sotto il mare con il sommergibile di Nemo o viaggiare nel centro della terra o in giro per il mondo sempre con Verne, oppure nella giungla africana con Tarzan e le sue scimmie o udire il richiamo della foresta e cercare il tesoro con Long John Silver.
Che avventure sono state queste mie prime letture.

A cominciare da Salgari e il suo Sandokan, con Yanez, la perla di Labuan, l'isola di Mompracem, Tremal Naik e poi il corsaro nero con sua figlia Yolanda


per passare a Jules Verne  Ventimila leghe sotto i mari con Nemo, il Giro del mondo in 80 giorni con Phileas Fogg, il viaggio al centro della terra, l'isola misteriosa, Michele Strogoff


e poi Burroughs con la giungla del suo Tarzan, Jane e successivamente le avventure di John Carter di Marte


per arrivare al mio amato Jack London con il suo Richiamo della foresta e Zanna Bianca (per poi cominciare a leggere tutto quello che ha pubblicato) 


e poi L'ultimo dei Mohicani di Cooper con Occhio di falco e Uncas

e infine Stevenson con L'isola del Tesoro.

Il mio viaggio nella letteratura è iniziato con i cosiddetti romanzi d'avventura
ma fortunatamente non è ancora finito. 
L'avventura continua...

mercoledì 27 novembre 2024

Un pizzico di zen

Ogni tanto, in questi tempi folli in cui lo scettro del potere è in mano a uomini altrettanto folli, un pizzico di storie zen ci vuole.
Un piccolo toccasana per l'anima. 


La tazza di té

Nan-in, un maestro giapponese dell'era Meiji, ricevette la visita di un professore universitario che era andato da lui per interrogarlo sullo Zen. 

Nan-in servi il tè. Colmò la tazza del suo ospite, e poi continuò a versare. 

Il professore guardò traboccare il tè, poi non riuscì più a trattenersi. «È ricolma,. Non ne può entrare di più! ». 

«Come questa tazza,» disse Nan-In «Tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture. Come posso spiegarti lo zen, se prima non vuoti la tua tazza.?».


La Fragola

Un uomo che camminava per un campo s'imbatté in una tigre. Giunto ad un precipizio, si afferrò alla radice di una vite selvatica e si lasciò penzolare oltre l'orlo. 

La tigre lo fiutava dall'alto. 

Tremando l'uomo guardò giù, dove, in fondo al l'abisso, un'altra tigre lo aspettava per divorarlo. 

Soltanto la vite lo reggeva. 

Due topi, uno bianco e uno nero, cominciarono a rosicchiare pian piano la vite. 

L'Uomo scorse accanto a sé una bellissima fragola. 
Afferrandosi alla vite con una mano sola, 
con l' altra prese la fragola e la mangiò. 
Com'era dolce! 


Il setaccio

«Ho letto moltissimi libri ma ho dimenticato la maggior parte di essi. Ma allora qual'è lo scopo della lettura?» domandò un allievo al suo Maestro. 

Il Maestro non gli rispose e gli disse di avere sete e chiese al ragazzo di prendergli dell'acqua usando un setaccio tutto sporco che era lì in terra. 

L'allievo trasalì, poiché sapeva che era una richiesta senza alcuna logica. Tuttavia non poteva contraddire il proprio Maestro e prese il setaccio. 

Ogni volta che immergeva il setaccio nel fiume non riusciva a fare nemmeno un passo verso il Maestro che non ne rimaneva neanche una goccia. Provò e riprovò decine di volte ma per quanto cercasse di correre più veloce l'acqua continuava a passare in mezzo a tutti i fori del setaccio e si perdeva lungo il tragitto. 
Stremato, si sedette accanto al Maestro e disse: «Non riesco a prendere l'acqua con quel setaccio. Perdonatemi Maestro, è impossibile e io ho fallito nel mio compito.» 

«No», rispose il vecchio sorridendo, «tu non hai fallito. Guarda il setaccio, adesso è come nuovo. L'acqua, filtrando dai suoi buchi, l'ha ripulito.» 
«Quando leggi dei libri», continuò il vecchio Maestro, «tu sei come il setaccio ed essi sono come l'acqua del fiume. Non importa se non riesci a trattenere nella tua memoria tutta l'acqua che essi fanno scorrere in te, poiché i libri comunque, con le loro idee, le emozioni, i sentimenti, la conoscenza, la verità che vi troverai tra le pagine, puliranno la tua mente e il tuo spirito, e ti renderanno una persona migliore e rinnovata. Questo è lo scopo della lettura». 

Inferno e Paradiso
Un samurai un giorno sfidò un maestro Zen chiedendogli cosa fosse il paradiso e l’inferno. 
Il monaco, però, replicò con disprezzo: «Non sei che un rozzo villano; non posso perdere il mio tempo con gente come te!».

Sentendosi attaccato nel suo onore, il samurai si infuriò e sguainata la spada gridò: «Potrei ucciderti per la tua impertinenza».

«Ecco» replicò con calma il monaco «questo è l'inferno.» 

Riconoscendo che il maestro diceva la verità sulla collera che lo aveva invaso, il samurai si calmò, ringuainò la spada e si inchinò, ringraziando il monaco per la lezione.

«Ecco» disse allora il maestro Zen «questo è il paradiso.» 

giovedì 21 novembre 2024

Il peso della farfalla

Il peso della farfalla
È lì! 
Appoggiata al muro. 
In alto, 
sopra la testa
di mia madre, 
sul letto
del suo ultimo respiro. 
La farfalla della notte, 
ferma, immobile, 
vorrei scacciarla
insieme alle mie paure
e alla mia impotenza. 
Ma sta lì. 
Fino alla fine. 
E quando vola via, 
con lei, 
vola via la mia gioventù. 

Chiedimi
quanto pesa una farfalla. 
Per me, 
il suo, 
è il peso più straziante. 

08/24

lunedì 18 novembre 2024

E venne Conan il barbaro

Era il 1973 e uscì in edicola per l'editoriale Corno una nuova serie dedicata ai supereroi marvel: gli albi dei supereroi. 
A differenza delle altre uscite questi avevano una particolarità : ogni uscita era dedicata ad un personaggio diverso che ciclicamente tornava, e in più tra i vari "eroi" apparivano tre personaggi totalmente fuori dal concetto di supereroe, due che venivano dal mondo dell'orrore Dracula e Licantropus e uno totalmente nuovo per me, Conan il barbaro
scritto da Roy Thomas e disegnato da Barry Windsor Smith. 
Fu una bella sorpresa, per i miei occhi di tredicenne, seguire le avventure di quel barbaro, ladro, mercenario e infine re, in un passato completamente ricreato, tra duelli, sangue, dei, mostri e donne splendide, fra cui spicca fra tutte Red Sonya, una indomabile guerriera dai capelli rossi. 
Con quei disegni B.W.S. è entrato nel Pantheon personale degli artisti dei fumetti che più amo e quei numeri in cui disegnó Conan sono magnifici.  
Dopo B. W. S. arrivò su quelle pagine John Buscema che rimase per anni il disegnatore ufficiale della serie. 
Scoprii che le storie erano tratte da libri scritti da un autore allora per me sconosciuto: Robert E. Howard. 
E, ovviamente, lessi i libri e fu cosa buona e giusta. 

Benvenuti nell'era hyboriana di 
Conan il cimmero


Questo libro edito dalla Mondadori contiene tutti i romanzi e i racconti  scritti da Robert E. Howard su Conan il barbaro. 

Da "La spada della fenice

"Sappi, o principe, che tra gli anni in cui gli oceani inghiottirono Atlantide e le sue fulgide città, e l'epoca in cui s'imposero i figli di Aryas, ci fu un'età inaudita in cui regni meravigliosi si stendevano come mantelli azzurri sotto il firmamento. I loro nomi erano Nemedia, Ophir, Brytunia, Iperborea, Zamora dalle bellezze brune e le torri infestante dai ragni, Zingara con la potente cavalleria, Koth al confine con la terra di Shem, Stigia e le sue tombe guardate dalle ombre, Ircania dai cavalieri vestiti di ferro, seta e d'oro. Ma il regno più potente era Aquilonia, che dominava incontrastata sull'occidente ricco di sogni. 
Fu in questo mondo che si fece strada Conan il cimmero, uomo dai capelli neri e gli occhi torvi, la spada sempre in pugno: un ladro, un pedone, un assassino dalle gigantesche malinconia e dai giganteschi scoppi d'allegria. Il suo destino era di piegare i troni della terrasotto un piede alzato di sandali."
Le cronache nemediane

1
Sulle guglie avvolte nell'ombra e le torri preziose della città regnavano il buio e il silenzio spettrali che precedono l'alba. In un vicolo scuro, uno dei tanti in un vero e proprio labirinto di strade tortuose, quattro individui mascherati uscirono furtivamente da una porta tenuta aperta da una mano nera... 



sabato 16 novembre 2024

Arguzie di...


Leonard Cohen
A volte uno capisce da che parte stare semplicemente vedendo chi c'è dalla parte opposta. 


Luis Bunuel
L'età non ha davvero nessuna importanza, a meno che tu non sia un formaggio. 


Marcello Marchesi

Dio t'assista, senza l'apostrofo, è una bestemmia?

John Fante
Era un bel problema, degno della massima attenzione.
Lo risolsi spegnendo la luce e andando a letto.

Ennio Flaiano
Dev'esserci qualcuno che continua a spostare la soglia del ridicolo.

Alberto Arbasino
In Italia c'è un momento stregato in cui si passa dalla categoria di brillante promessa a quella di solito stronzo. Soltanto a pochi fortunati l'età concede poi di accedere alla dignità di venerato maestro. 

lunedì 11 novembre 2024

Vent'anni

Vent'anni 
Mi ricordo di te, 
dei tuoi occhi, 
del tuo sorriso, 
dei tuoi ricci
e del tuo incedere,
puro. 
Mi ricordo di me, 
di quello che ero, 
dei miei sogni 
e di quell'energia
che mi spingeva
a rivoltare il mondo, 
senza se, 
senza ma. 
Mi ricordo del primo bacio
e del mio cuore che esplodeva
su quella spiaggia, 
immersa di voci. 
Di tanti giorni pieni del tuo nome, 
di quel muretto e di quell'angolo 
da cui apparivi, 
e il battito del mio cuore
sempre più veloce. 
Di tanti giorni disperati, 
con la mia anima che urlava
perché non c'eri, 
prigioniero
del bisogno di credere
in qualcosa di diverso. 
L'amore non sempre è 
una strada in discesa
ma, a volte, 
è una salita ardua, 
piena di brusche frenate. 
Ci vuole così poco
per innalzarti o sprofondare. 
E perdersi per tanto tempo
dietro un illusione
ti dà un indirizzo, 
una direzione, 
ti spinge a cambiare. 
Mi ricordo di te
e di me
in te,
del tempo perduto
e di quello ritrovato, 
della gioia 
e del dolore, 
dell'andare via
e dell'essere ripreso, 
della musica 
e del silenzio, 
dell'estasi
e dell'abbandono, 
di così tante emozioni
e altrettante catene. 
Se una donna
la vesti d'ideale
l'amore non è più amore, 
ma trappola.
Quando innaffi troppo la pianta 
con ció che vorresti,
non fai altro
che affogarla. 

E poi, capire, 
finalmente, 
che la nostra strada
non era insieme, 
perché, nel profondo, 
insieme, 
non lo eravamo mai stati. 
E, allora, 
solo allora, 
ho trovato 
quello che ho sempre cercato. 
In altri occhi, 
in un altro sorriso, 
nella comunione vera
con uno spirito affine, 
perché la vita insegna
che nella sconfitta
si può celare 
una grande vittoria.

Mi ricordo di te, 
e di me, 
in te, 
e dei miei vent'anni
senza se, senza ma. 
08/24 

sabato 9 novembre 2024

I Bonelli

Passeggiando nei miei ricordi fumettistici non posso non citare Gian Luigi Bonelli e suo figlio Sergio, grandi scrittori di storie e grandi editori (Gian Luigi insieme alla moglie...).
La loro casa editrice, anche se con nomi diversi, mi ha accompagnato fin da piccolo e i loro personaggi sono stati parti importanti delle miei passioni fumettistiche (Ken Parker su tutti).
Ho iniziato con lo Zagor di Nolitta (lo pseudonimo di Sergio Bonelli) e Ferri, 
a casa c'erano anche i Tex  di Gian Luigi Bonelli e Galep comprati da mio padre e che successivamente comprai anch'io, e poi continuai cno la Storia del West di Gino D'Antonio, Mister no sempre di Sergio Bonelli, Ken Parker di Berardi e Milazzo, Nathan Never di Medda, Serra e Vigna, Dylan Dog di Sclavi, Magico Vento di Manfredi. 
Ho letto tanti fumetti della Sergio Bonelli Editore e ho apprezzato tanti soggettisti  e disegnatori che sono passati per quelle pagine. 

Di Gian Luigi Bonelli e il suo Tex oltre le storie con Mefisto tutto il periodo dal n 100 El morisco al n 154 Una campana per Lucero rimangono tra i miei preferiti. 


Copertina e disegni di Guglielmo Lettieri

Copertina e disegni di Galep

Copertina e disegni di Galep

Copertina Galep e disegni Giovanni Ticci

Copertina e disegni di Galep

Copertina Galep disegni Erio Nicolò 

Copertina Galep disegni Guglielmo Lettieri

Di Sergio Bonelli
il suo Zagor
con i numeri dal nr. 55 Zagor racconta al n. 138 L'orrenda magia su tutti

Copertina e disegni di Gallieno Ferri

 Copertina e disegni di Gallieno Ferri


e Mister No
i primi 50 numeri 

copertina Gallieno Ferri
disegni Roberto Diso

martedì 5 novembre 2024

cose strane: fari nella notte

Questo post avrebbe potuto avere altri titoli: la scelta, in viaggio per un amico, contromano, destino o fato.
E tutti avrebbero avuto un senso. 
Era l'estate del novantatre ed eravamo in viaggio in macchina per la Spagna, io con altri 2 amici, Maria e Marcello.
Era una sorta di saluto che dovevamo ad un nostro caro amico, Valter, morto pochi mesi prima in un incidente in macchina.
Maria, che guidava l'auto, era stata la sua ultima storia e noi stando insieme volevamo dare forza a lei e a noi.
Viaggiavamo in una strada statale in Spagna era sera tardi ed eravamo un po' stanchi.
Ad un certo punto forse perché pensavamo di aver sbagliato strada, ovviamente in quegli anni ci si muoveva solo guardando la cartina stradale, ci fermammo in uno slargo per controllare. 
Dopo aver avuto conferma dell'errore riprendemmo il percorso tornando indietro sulla seconda corsia di quella strada.
Non era una seconda corsia, ma bensì una strada a senso unico con una doppia corsia. Facemmo forse una ventina di metri senza rendercene conto finché dall'altra parte passo una macchina suonando all'impazzata (probabilmente le parolacce si saranno sprecate) e in quel momento capimmo.
Eravamo contromano. 
Io ero seduto davanti, al posto accanto al guidatore. 
E in quel frangente vedemmo arrivare un  auto che velocemente veniva verso di noi... 
Si dice che quando vedi la morte in faccia rivedi scorrere in un attimo la tua vita. 
Per me non è stato così. 
C'era solo una sorta di rallentamento del tempo, forse un unico pensiero "È finita". 
Vedevo i fari che si avvicinavano sempre di più, sempre di più, in macchina ricordo solo silenzio, Maria aveva quasi fermato l'auto e poi... all'ultimo istante la macchina che ci veniva incontro devió sulla destra e ci schivó continuando la sua corsa. 
Maria fece velocemente una conversione a u e ritornammo sulla corsia giusta fermandoci poi su uno spiazzo. 
Siamo scesi, riprendendo a respirare. 
Bastava così poco. La vita è così, un errore per distrazione, per stanchezza e tutto cambia, sia per noi che per chi era nella macchina che ci veniva incontro. 
Maria ci disse che in quel momento pensó che era meglio rimanere fermi senza deviare l'auto perché se anche l'altro deviava ci saremmo scontrati. Una scommessa vinta, una scelta finita bene. 
Il caso ha fatto sì che non passasse contemporaneamente un'altra macchina sulla corsia accanto, che il guidatore dell'auto che ci veniva incontro girasse in tempo, che la curva da cui venne la macchina era ancora distante abbastanza perche ci potesse vedere per poter reagire, che quella precedente ci avesse avvertito, che Maria decidesse la mossa giusta. Tante variabili, tante possibilità. 
Bastava poco, una piccola variazione e il nostro destino sarebbe cambiato. 
Io pochi mesi dopo non avrei iniziato una storia con quella che sarebbe diventata la donna della mia vita e mio figlio non sarebbe nato. 
Così è la vita. Se fossi credente potrei pensare che Valter ci abbia protetto da lassù, ma non sono credente. 
Il caso ci ha portato in quella situazione e il caso ce ne ha fatto uscire illesi. 
Sicuramente con una consapevolezza maggiore, sapendo che in fondo in un attimo tutto può cambiare e perciò è importante cogliere l'attimo, vivere pienamente la vita. 
Prima di quella volta io già conoscevo la morte che aveva segnato la mia vita: quella dei miei, quella di Valter. 
Se quella dei miei era dovuta da quella terribile malattia che è il cancro, quella di Valter era legata al caso e anche a dei misteri, con delle analogie con il nostro viaggio in contromano. 
Era venuto un nostro amico tedesco Kam a Roma, e Valter lo ospitava a casa sua. 
Quella sera erano usciti insieme e rientrati sul tardi. Io non ricordo perché non ero andato con loro, Maria era andata a trovare i suoi al nord.
Rientrati a casa ognuno era andato nella sua stanza a dormire... e qui inizia il mistero : Valter in piena notte si alza, esce, prende la macchina e va all'appuntamento con la morte. In una strada di Roma mentre lui la percorreva, da una traversa gli arriva addosso un auto guidata da una ragazza. 
Lui sbatte la testa e muore. 
Forse correvano tutti e due, chissà. 
La realtà è che a 30 anni muore. 
Vai a sapere perché è uscito, vai a sapere se correva, vai a sapere se ci sono colpe della ragazza, chi lo sa? 
Così è la vita. Valter non ha avuto possibilità, noi in quella strada della Spagna si. 
E quella storia un insegnamento me l'ha dato: vedere la morte in faccia ti cambia le prospettive, ti aiuta a non dare troppo valore alle quisquilie, alle pinzillacchere come diceva Totò. 
La vita è una cosa troppo seria per perdere tempo in sciocchezze. 
Cose strane accadono sotto questi cieli, 
si può cadere nel buio, si può vedere la luce, e due fari che ti vengono incontro a tutta velocità te lo fanno capire. 
La vita, come si dice a Roma, è un pizzico, 
per quanto possibile, bisogna godersela. 



venerdì 1 novembre 2024

Razza di idioti: Sangue

Sangue (Razza di idioti!) 
Sangue, 
sangue ovunque, 
imbratta gli occhi
urla attenzione. 
Barbari tempi
dove vittime divengono carnefici, 
dove l'unica strada
è il tallone di ferro
L'uomo nuovo non è mai nato
intrappolato dal selvaggio con la clava. 
Razza di idioti! 
Viviamo in un paradiso
trasformato in inferno
da bambini con il potere di un dio
e con l'inconscienza di un folle. 
In equilibrio sull'abisso
non vogliamo vedere
il filo che si spezza
e che nessuno è vincitore
sulle macerie
di un pianeta morente. 

Sangue, 
sangue ovunque. 
Sui giusti e sugli ingiusti, 
sui pii e sui blafemi, 
sui consapevoli e sugli indifferenti, 
su ogni piccolo rivo di bellezza
o su ogni malevole rifiuto. 
Razza di idioti! 
Intrappolati nell'oblio
ci rifiutiamo di imparare, 
per un dio o per il potere
la storia oscura ritorna, 
con roboanti rumori
e spade sempre più affilate
Il sonno della ragione
continua a generare mostri 
mentre Thanatos si bea
della nostra stupidità. 

Sangue, 
sangue ovunque. 
Barbari tempi
dove i figli uccidono i padri
e i padri mandano a morire i figli, 
dove il fuoco distrugge tutto, 
e l'arte viene deturpata, violentata
mentre i ricordi ed il futuro
si colorano di rosso. 
Violenza chiama vendetta
e incubo chiama incubo
in questa sterile terra, 
piena di granitiche certezze
e vuota di poesia. 
Diogene che cerca l'uomo
l'ha finalmente trovato:
ha le mani insanguinate
e cammina tra caos e indifferenza
mentre intorno a lui
il mondo brucia. 
Il suo nome è Caino. 


10/24