Questo post avrebbe potuto avere altri titoli: la scelta, in viaggio per un amico, contromano, destino o fato.
E tutti avrebbero avuto un senso.
Era l'estate del novantatre ed eravamo in viaggio in macchina per la Spagna, io con altri 2 amici, Maria e Marcello.
Era una sorta di saluto che dovevamo ad un nostro caro amico, Valter, morto pochi mesi prima in un incidente in macchina.
Maria, che guidava l'auto, era stata la sua ultima storia e noi stando insieme volevamo dare forza a lei e a noi.
Viaggiavamo in una strada statale in Spagna era sera tardi ed eravamo un po' stanchi.
Ad un certo punto forse perché pensavamo di aver sbagliato strada, ovviamente in quegli anni ci si muoveva solo guardando la cartina stradale, ci fermammo in uno slargo per controllare.
Dopo aver avuto conferma dell'errore riprendemmo il percorso tornando indietro sulla seconda corsia di quella strada.
Non era una seconda corsia, ma bensì una strada a senso unico con una doppia corsia. Facemmo forse una ventina di metri senza rendercene conto finché dall'altra parte passo una macchina suonando all'impazzata (probabilmente le parolacce si saranno sprecate) e in quel momento capimmo.
Eravamo contromano.
Io ero seduto davanti, al posto accanto al guidatore.
E in quel frangente vedemmo arrivare un auto che velocemente veniva verso di noi...
Si dice che quando vedi la morte in faccia rivedi scorrere in un attimo la tua vita.
Per me non è stato così.
C'era solo una sorta di rallentamento del tempo, forse un unico pensiero "È finita".
Vedevo i fari che si avvicinavano sempre di più, sempre di più, in macchina ricordo solo silenzio, Maria aveva quasi fermato l'auto e poi... all'ultimo istante la macchina che ci veniva incontro devió sulla destra e ci schivó continuando la sua corsa.
Maria fece velocemente una conversione a u e ritornammo sulla corsia giusta fermandoci poi su uno spiazzo.
Siamo scesi, riprendendo a respirare.
Bastava così poco. La vita è così, un errore per distrazione, per stanchezza e tutto cambia, sia per noi che per chi era nella macchina che ci veniva incontro.
Maria ci disse che in quel momento pensó che era meglio rimanere fermi senza deviare l'auto perché se anche l'altro deviava ci saremmo scontrati. Una scommessa vinta, una scelta finita bene.
Il caso ha fatto sì che non passasse contemporaneamente un'altra macchina sulla corsia accanto, che il guidatore dell'auto che ci veniva incontro girasse in tempo, che la curva da cui venne la macchina era ancora distante abbastanza perche ci potesse vedere per poter reagire, che quella precedente ci avesse avvertito, che Maria decidesse la mossa giusta. Tante variabili, tante possibilità.
Bastava poco, una piccola variazione e il nostro destino sarebbe cambiato.
Io pochi mesi dopo non avrei iniziato una storia con quella che sarebbe diventata la donna della mia vita e mio figlio non sarebbe nato.
Così è la vita. Se fossi credente potrei pensare che Valter ci abbia protetto da lassù, ma non sono credente.
Il caso ci ha portato in quella situazione e il caso ce ne ha fatto uscire illesi.
Sicuramente con una consapevolezza maggiore, sapendo che in fondo in un attimo tutto può cambiare e perciò è importante cogliere l'attimo, vivere pienamente la vita.
Prima di quella volta io già conoscevo la morte che aveva segnato la mia vita: quella dei miei, quella di Valter.
Se quella dei miei era dovuta da quella terribile malattia che è il cancro, quella di Valter era legata al caso e anche a dei misteri, con delle analogie con il nostro viaggio in contromano.
Era venuto un nostro amico tedesco Kam a Roma, e Valter lo ospitava a casa sua.
Quella sera erano usciti insieme e rientrati sul tardi. Io non ricordo perché non ero andato con loro, Maria era andata a trovare i suoi al nord.
Rientrati a casa ognuno era andato nella sua stanza a dormire... e qui inizia il mistero : Valter in piena notte si alza, esce, prende la macchina e va all'appuntamento con la morte. In una strada di Roma mentre lui la percorreva, da una traversa gli arriva addosso un auto guidata da una ragazza.
Lui sbatte la testa e muore.
Forse correvano tutti e due, chissà.
La realtà è che a 30 anni muore.
Vai a sapere perché è uscito, vai a sapere se correva, vai a sapere se ci sono colpe della ragazza, chi lo sa?
Così è la vita. Valter non ha avuto possibilità, noi in quella strada della Spagna si.
E quella storia un insegnamento me l'ha dato: vedere la morte in faccia ti cambia le prospettive, ti aiuta a non dare troppo valore alle quisquilie, alle pinzillacchere come diceva Totò.
La vita è una cosa troppo seria per perdere tempo in sciocchezze.
Cose strane accadono sotto questi cieli,
si può cadere nel buio, si può vedere la luce, e due fari che ti vengono incontro a tutta velocità te lo fanno capire.
La vita, come si dice a Roma, è un pizzico,
per quanto possibile, bisogna godersela.