mercoledì 27 novembre 2024

Un pizzico di zen

Ogni tanto, in questi tempi folli in cui lo scettro del potere è in mano a uomini altrettanto folli, un pizzico di storie zen ci vuole.
Un piccolo toccasana per l'anima. 


La tazza di té

Nan-in, un maestro giapponese dell'era Meiji, ricevette la visita di un professore universitario che era andato da lui per interrogarlo sullo Zen. 

Nan-in servi il tè. Colmò la tazza del suo ospite, e poi continuò a versare. 

Il professore guardò traboccare il tè, poi non riuscì più a trattenersi. «È ricolma,. Non ne può entrare di più! ». 

«Come questa tazza,» disse Nan-In «Tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture. Come posso spiegarti lo zen, se prima non vuoti la tua tazza.?».


La Fragola

Un uomo che camminava per un campo s'imbatté in una tigre. Giunto ad un precipizio, si afferrò alla radice di una vite selvatica e si lasciò penzolare oltre l'orlo. 

La tigre lo fiutava dall'alto. 

Tremando l'uomo guardò giù, dove, in fondo al l'abisso, un'altra tigre lo aspettava per divorarlo. 

Soltanto la vite lo reggeva. 

Due topi, uno bianco e uno nero, cominciarono a rosicchiare pian piano la vite. 

L'Uomo scorse accanto a sé una bellissima fragola. 
Afferrandosi alla vite con una mano sola, 
con l' altra prese la fragola e la mangiò. 
Com'era dolce! 


Il setaccio

«Ho letto moltissimi libri ma ho dimenticato la maggior parte di essi. Ma allora qual'è lo scopo della lettura?» domandò un allievo al suo Maestro. 

Il Maestro non gli rispose e gli disse di avere sete e chiese al ragazzo di prendergli dell'acqua usando un setaccio tutto sporco che era lì in terra. 

L'allievo trasalì, poiché sapeva che era una richiesta senza alcuna logica. Tuttavia non poteva contraddire il proprio Maestro e prese il setaccio. 

Ogni volta che immergeva il setaccio nel fiume non riusciva a fare nemmeno un passo verso il Maestro che non ne rimaneva neanche una goccia. Provò e riprovò decine di volte ma per quanto cercasse di correre più veloce l'acqua continuava a passare in mezzo a tutti i fori del setaccio e si perdeva lungo il tragitto. 
Stremato, si sedette accanto al Maestro e disse: «Non riesco a prendere l'acqua con quel setaccio. Perdonatemi Maestro, è impossibile e io ho fallito nel mio compito.» 

«No», rispose il vecchio sorridendo, «tu non hai fallito. Guarda il setaccio, adesso è come nuovo. L'acqua, filtrando dai suoi buchi, l'ha ripulito.» 
«Quando leggi dei libri», continuò il vecchio Maestro, «tu sei come il setaccio ed essi sono come l'acqua del fiume. Non importa se non riesci a trattenere nella tua memoria tutta l'acqua che essi fanno scorrere in te, poiché i libri comunque, con le loro idee, le emozioni, i sentimenti, la conoscenza, la verità che vi troverai tra le pagine, puliranno la tua mente e il tuo spirito, e ti renderanno una persona migliore e rinnovata. Questo è lo scopo della lettura». 

Inferno e Paradiso
Un samurai un giorno sfidò un maestro Zen chiedendogli cosa fosse il paradiso e l’inferno. 
Il monaco, però, replicò con disprezzo: «Non sei che un rozzo villano; non posso perdere il mio tempo con gente come te!».

Sentendosi attaccato nel suo onore, il samurai si infuriò e sguainata la spada gridò: «Potrei ucciderti per la tua impertinenza».

«Ecco» replicò con calma il monaco «questo è l'inferno.» 

Riconoscendo che il maestro diceva la verità sulla collera che lo aveva invaso, il samurai si calmò, ringuainò la spada e si inchinò, ringraziando il monaco per la lezione.

«Ecco» disse allora il maestro Zen «questo è il paradiso.» 

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