Uno dei miei libri di formazione, letto a 18 anni e riletto almeno 1 altra volta negli anni (la bellezza di rileggere dei libri che hai amato e scoprire nuove cose che prima non ti avevano colpito e accorgerti quanto sei cambiato).
La parabola discendente del clown Hans con il suo amore ormai senza speranza per la cattolica Maria, la feroce critica alla società tedesca del dopoguerra in queste pagine di Heinrich Boll.
Sono un clown e faccio raccolta di attimi.
"I cattolici mi rendono nervoso perché sono sleali."
"E I protestanti?"
"Quelli mi fanno star male con quel loro pasticciare intorno alla coscienza."
"E gli atei?"
"Quelli mi annoiano perché parlano sempre di Dio."
Una sola cosa è sicura: chi colleziona arte non è artista.
Tutti sanno che un clown deve essere malinconico per essere un buon clown, ma che per lui la malinconia sia una faccenda seria da morire, fin lì, non arrivano.
C'è una medicina di effetto momentaneo: l'alcool. Ci sarebbe una guarigione duratura:Maria. Maria mi ha lasciato. Un clown che comincia a bere perde quota rapidamente, precipita più rapidamente di un operaio ubriaco che cada da un tetto.
Naturalmente, a tutti quelli che conosceva, Herbert raccontava di essere stato nazista e antisemita, ma che "la storia gli aveva aperto gli occhi".E pensare che ancora il giorno prima che gli americani entrassero a Bonn aveva fatto esercitare i ragazzini nel parco di casa nostra e aveva detto loro "Quando vedete il primo porco ebreo, avanti a tutta forza con le granate."
Avevo voglia di piangere: la biacca sul viso me lo impediva, era così perfetta con quelle crepe, con quei punti in cui il gesso cominciava a sfogliarsi; le lacrime avrebbero rovinato tutto. Avrei potuto piangere, dopo, a recita finita, se ne avessi avuto ancora voglia. L'abito professionale è la corazza migliore che esista, vulnerabili sono soltanto i santi o i dilettanti.
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