Pagliuzze d'oro
Squarci di scomode verità
si insinuano
in questi tempi ingannatori.
Il setaccio fa cadere la sabbia
e lascia pagliuzze d'oro.
Abbaglianti
come un lampo
fanno capolino
le risposte
ai tanti perché,
e senza saperlo,
in un imbrunire dorato,
sai.
07/24
Sabbie mobili
Da troppo tempo
arrampicato
allo specchio,
scivolo giù,
non posso fermarmi,
non ho più appigli,
non ho scuse,
i fallimenti chiamano
e la forza di non sentirli
svanisce.
A volte basta così poco
per lasciarsi andare,
per seguire le orme
del mio Martin Eden
e smetter di lottare.
Ma le sabbie mobili
delle mie piccolezze,
si, mi fanno affondare,
ma fino a un certo punto.
E quel preciso punto
è dove l'essenza
dei miei perché
dà un senso
di eternità
al mio domani.
07/24
L'altalena
E l'altalena
va su e va giù,
senza fermarsi.
È un continuo palleggio
tra dolori e sorrisi,
né vincitori né vinti,
avanti e indietro
in un eterno balletto,
combattuti da un basta e un ancora
che logora e sfianca.
Dipingere il futuro
su un altalena volante
è solo caos
e gli schizzi dei miei colori
esplodono sulla tela,
la straziano,
la fecondano,
di eros e di thanatos
s'imbeve,
mentre intorno a me
la furia o i silenzi
dirgono l'orchestra.
Ma l'altalena
va giù,
va su,
senza fermarsi.
07/24
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