Un mondo bambino
La mente distrugge il velo del tempo
e riannoda i fili dimenticati,
occhi non piú vergini avvertono di nuovo
il dolore del primo e più grande distacco,
la bocca è di nuovo inumidita dal sapore di latte materno
mentre orecchie non più stanche ascoltano il verbo voglio
di un essere che inizia.
Dov'è la luce se non in un albero di pesco
rinchiuso in un cassetto dimenticato?
O in una strada lunga di lacrime versate di un bimbo solo dinnanzi ad un cordone spezzato?
A terra i segni tremuli di una campana di gesso e un piccolo piede che saltella attento a non commettere l'errore,
un cartone scivola sull'erba
mentre un corpicino tremolante
si tiene avvinghiato ad esso
con due mani troppo piccole
per evitare la caduta;
in un cantuccio nascosto
rivedo la maledizione di non essere capito
di un mondo bambino
e la voglia di morire,
ma "solo per finta",
perché potessero capire.
E vedo nuovamente arrivare verso di me
la palla,
per colpirmi
e farmi prigioniero.
1980
Nessun commento:
Posta un commento