domenica 15 gennaio 2023

Patty Smith, Firenze ed un passerotto ferito

Senti una canzone e ti ritrovi a viaggiare nel tempo rivivendo emozioni passate.
Come si suol dire il potere evocativo della musica. 
10 Settembre 1979 
Stadio di Firenze
Concerto di Patty Smith. 
Anni belli e dannati quelli. 
Avevo 20 anni e insieme ad altri amici andammo a Firenze per assistere al concerto facendo autostop. 
In quegli anni era una prassi normale, era facile che la gente ti faceva salire in auto senza porsi troppi problemi. 
Eravamo in 5 o 6 non mi ricordo con precisione, ma ricordo che fra noi c'era Sara, una ragazza dolce e sensibile per cui avevo avuto una cotta, non ricambiato. 
Entrammo in stadio con una fiumana di altra gente, di tutti i tipi e di tutte le foggie. 
Un miscuglio di ragazzi coi capelli lunghi, ragazze colorate, indiani metropolitani insieme ai duri e puri politicizzati, tutti in attesa di Patty Smith. 
Ma per noi sarebbe stato un giorno diverso dagli altri. 
Ricordo che salendo le scalinate in Sara notammo qualcosa di diverso dal solito. 
Si muoveva barcollando e rispondeva alle domande in modo confuso, uno di noi gli disse "sembra che ti sei fatta." come facendo una battuta. 
Io ricordo che dissi "Ma che stai a dí? Non è possibile." 
Il Dio delle illusioni è un Dio beffardo quando non vuole farti vedere qualcosa, anche se è palese di fronte ai tuoi occhi, non te la fa vedere. 
Lei ammise tranquillamente che si era fatta di eroina, che si faceva da qualche settimana e che non dovevamo preoccuparci perché poteva controllarlo. Un pugno nello stomaco avrebbe fatto meno effetto.  Da quel momento la investimmo di parole per farle capire l'enormità di quello che aveva fatto, del rischio che correva se la dipendenza aumentava ma, così come non c'è peggior cieco di chi non vuole vedere, così non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. 
Le parole le scivolavano via ed era immersa nell'effetto dell'ero, noi impotenti cominciammo a discutere tra noi, forse per i sensi di colpa per non esserci accorti di nulla. 
Ricordo che lei ad un certo punto ci disse una frase che mi colpí e mi scuote tuttora
"Non siate incazzati, vi prego". 
Come potevamo essere incazzati con lei? 
Dentro di noi sapevamo quello che sarebbe successo e io ne ero travolto pensando a lei. Il futuro a breve termine era già scritto. I tentativi di farla smettere non sarebbero valsi a niente e piano piano si sarebbe allontanata percorrendo una strada che l'avrebbe portata in luoghi, per la ragazza che era stata fino allora, impensabili. 
In quegli anni l'eroina scorreva a fiumi e se non avevi solide radici bastava poco per esserne travolti.
Quanti della mia generazione si sono persi e non più ritrovati, molti di quelli che volevano cambiare il mondo ma a cui il mondo ha strappato l'anima di dosso. 

A volte una canzone ti riporta indietro nel tempo, non è un bene non è un male;
è parte di te. 




 

 

Nessun commento:

Posta un commento