lunedì 1 dicembre 2025

Lucciole e Fenice


Dove sono le lucciole? 
I graffi tornano, 
ti segnano, 
ti fanno perdere il senso, 
svelano. 
In una bottiglia di vetro
si può solo soffocare, 
l'amore svanisce, 
la rabbia è padrona,
Il non sentirsi
diviene la norma, 
il non capirsi
diviene una scusa. 
Dove sono le lucciole
che accendono la notte?
Dove si nasconde
la linfa che rinforza?
Siamo vagabondi
in cerca di patria, 
naufraghi di ciò che eravamo, 
cercatori che non sanno più che cercare, 
prigionieri del non riconoscersi
mentre intorno il mondo si sfalda.
La montagna che scali
fa perdere pezzi,
scivola giù la dignità, 
l'orgoglio è caduto da tempo,
l'estro s'è nascosto,
dell'altro vedi solo limiti, 
e salire ha lasciato indietro il senso.
Dov'è la cima? 
È nascosta tra le nuvole
e gli appigli per raggiungerla
sembrano fatti di friabile cristallo. 
Quando i miasmi del fallimento
t'invadono i pori
è tempo di fermarsi, 
di rilupilire il tuo sguardo 
e attendere. 
Per riveder
le lucciole perdute,
per sentire
della consapevolezza
il richiamo. 
P. C. 11/24

Il canto della Fenice
Inseguendo sogni di libertà, 
curvo sotto il peso
della mia incapacità, 
mi agito, 
scalciando
come se non ci fosse domani. 
Rovi irti di spine
intralciano la via, 
e l'andare avanti
mi lacera. 
A che punto del viaggio sono? 
Troppe volte
pare non esserci via d'uscita
in questo labirinto interminabile. 
Momenti che danno respiro
seguiti da schiaffi nell'anima
con l'incapacità di fuggire
da parole che sono pietre. 
Eppure sai che è solo tua la colpa, 
sei tu che sei entrato nel labirinto, 
senza difese, 
senza salvagenti
a cui aggrapparti, 
perchè la vita è cosi
o impari a nuotare
o affoghi. 
E anche se ti senti 
come uno scorpione
che, accerchiato dal fuoco, 
punta l'aculeo su se stesso, 
sai che l'uscita dal labirinto c'è. 
Inseguendo il canto della Fenice.
P. C. 12/24