mercoledì 28 agosto 2024

Illusioni

Illusioni
Lo specchio 
non bara, 
tu si. 
Costruttore
del tuo piedistallo
non vedi l'argilla
da cui è composto,
la terra ti lega 
anche se disegni le tue ali, 
e i tuoi voli
ritornano
sempre
al punto di partenza. 
Piccolo,
pavido, 
patetico uomo, 
per nasconderti
quante maschere
hai indossato?

06/24

domenica 25 agosto 2024

Polli e aquile

Nella vita può succedere. A me è capitato.
Di entrare in un periodo buio in cui non si vede via d'uscita. Di vedere crollare intorno a te tutto quello che avevi costruito. Di scoprire che quello che credevi era falso e chi ti stava intorno era altrettanto falso.
E che ti trovi a percorrere una strada dove quello che ritenevi impossibile è accaduto. 
Con un terremoto interiore che stravolge la tua vita e sai che niente potrà essere uguale a prima. 
A volte capita, e a volte capita altresi, che trovi aiuto in qualcosa che non ti aspettavi. Il mio cuore era pesante ed entrai in libreria alla ricerca di qualcosa da leggere che mi distraesse dalle mie ossessioni.
E presi un libro che in qualsiasi altro momento non mi avrebbe interessato:
Messaggio ad un aquila che si crede un pollo di Anthony De Mello
Perchè lo presi? Forse perché in quel periodo mi sentivo sicuramente un pollo dato che avevo creduto a chi non meritava o forse perché la copertina come era capitato altre volte mi aveva colpito e incuriosito (una sorta di fumetto ed io ho sempre amato i fumetti)? Quien sabe? 
La realtà è che era il libro giusto al momento giusto. 
Mi ha dato sia quella spinta di cui avevo bisogno in quel frangente e sia dei suggerimenti che mi hanno aiutato:
tra i quali annullare i pensieri concentrandosi o sul respiro o sul vento che ti muove i capelli o sui battiti del cuore che puoi sentire su alcune parti del tuo corpo, piedi, mani ecc.
A volte serve solo qualcosa che sei pronto a sentire, che ti aiuti ad arrivare a svoltare l'angolo, perché dietro l'angolo c'è sempre qualcosa per cui vale la pena vivere. 
E per me dietro l'angolo sarebbe arrivato qualcosa che avrebbe dato il vero senso alla mia vita. 


Incipit
Il risveglio
Spiritualità significa risveglio.
La maggior parte delle persone, pur non sapendolo, sono addormentate. 
Sono nate dormendo, vivono dormendo, si sposano dormendo, allevano i figli dormendo, muioino dormendo senza mai svegliarsi. 
Non arrivano mai a comprendere la bellezza e lo splendore di quella cosa che chiamiamo esistenza umana.
Sapete, tutti i mistici, cattolici, cristiani, non cristiani, quale che sia la loro teologia, la loro religione, concordano su una cosa: che tutto va bene, tutto va bene. Sebbene regni il caos, tutto va bene. 
Certo, è uno strano paradosso. 
Purtroppo, però, la maggior parte della gente non arriva mai a capire che tutto va bene, perché è immersa nel sonno. 
Ha un incubo. 
L'anno scorso, alla televisione spagnola, ho sentito una storiella su un tizio che bussa alla porta di suo figlio. 
«Jaime» dice, «svegliati!» 
Jaime risponde «Non voglio alzarmi, papà».
Il padre urla «Alzati, devi andare a scuola». 
Jaime dice «Non voglio andare a scuola». 
«E perché no?» chiede il padre. 
«Ci sono 3 ragioni» risponde Jaime. 
«Prima di tutto, é una noia; secondo, i ragazzi mi prendono in giro; terzo, io odio la scuola.» 
E il padre dice: «Bene, adesso io ti dirò 3 ragioni per cui devi andare a scuola: primo perché è tuo dovere; secondo, perché hai 45 anni, e terzo, perché sei il preside.» 
Svegliatevi, svegliatevi! Siete adulti. Siete troppo grandi per dormire. Svegliatevi! Smettete di trastullarvi coi vostri giocattoli. 
La maggior parte della gente afferma di voler uscire dall'asilo infantile, ma non bisogna crederle. Non credeteci! 
La gente vuole solo aggiustare i propri giocattoli rotti. «Ridatemi mia moglie. Ridatemi il mio lavoro. Ridatemi i miei soldi. Ridatemi la mia reputazione, il mio successo.» 
È questo che vogliono le persone: nuovi giocattoli. Tutto qui. Persino i migliori psicologi potranno dirvi che le persone non vogliono realmente essere curate. Quel che cercano è il sollievo; una cura sarebbe troppo dolorosa. 
Svegliarsi è spiacevole, sapete. 
Uno se ne sta lì nel letto, bello comodo. 
È irritante essere svegliato. 
Per questo il saggio guru non tenta di svegliare la gente. 
Spero di saper essere saggio, in quest'occasione, e di non fare alcun tentativo per svegliarvi, se state dormendo. 
In effetti non sono affari miei, anche se di tanto in tanto vi dico: «Svegliatevi!» 
Io non devo far altro che andare avanti per la mia strada, ballare la mia danza. 
Se ne saprete approfittare, bene; altrimenti, pazienza! 
Come dicono gli arabi, « la natura della pioggia è sempre la stessa, ma fa crescere le spine nelle paludi e i fiori nei giardini.» 


giovedì 22 agosto 2024

Parole di...

Se ti devi spiegare troppo, ti stai raccontando alla persona sbagliata. 
Confucio


Trovare l'immaginazione nei nostri momenti più bui ci permette di tirare fuori una forza che non pensavamo di poter avere.
Anna Frank
Puoi prendere le distanze dal tuo passato, ma non puoi fingere che non è mai successo.
Oscar Wilde

Accettare che le cose succedono. 
Può non esserci una ragione e puoi non averne il controllo. Ma il primo passo per superarle è accettare che è così. 
Kurt Vonnegut

Quando si sogna da soli è un sogno, quando si sogna in due è la realtà.
Ernesto Che Guevara

Anche se la finestra è sempre la stessa, non tutti quelli che si affacciano vedono le stesse cose. La veduta dipende dallo sguardo. 
Alda Merini


L'amore, disse la nonna, vince tutto.
No, disse il nonno, quello è l'asso di briscola.
Stefano Benni

sabato 17 agosto 2024

Virgole


Virgole
Ho perso le mie virgole,
i miei accenti, 
i miei punti interrogativi
e quelli esclamativi. 
Li ho lasciati scivolare via
insieme alle mie certezze. 
Il tempo regala
nuovi sguardi
anche su vesti lacerate
e ti rinomina, 
insegnandoti
un alfabeto differente, 
nuovo parole
fanno capolino
e ti chiamano. 
Non hai futuro
se lo guardi
nello stesso, 
immutabile modo, 
e il tempo, 
silente o tonante, 
è l'inflessibile padrone
delle tue grandezze
o delle tue miserie. 

06/24

martedì 6 agosto 2024

Ricordi da bambino: dalla Montagna rossa al Travertino

Io sono nato a Roma, alla Borgata Fogaccia (ora Montespaccato) e li ho vissuto fino ai 6 anni. Ovviamente i ricordi di quel periodo sono pochissimi e alcuni di questi nascono da racconti di mia madre.
Terzo di quattro figli, 3 maschi e una femmina, vivevamo con i nostri genitori e con nonno Francesco, il papà di mamma
(che morì quando avevo 6 mesi) e forse con mio zio Serafino (almeno un paio d'anni perché poi si sposó e andò a vivere da un altra parte) in una casetta unifamiliare con un giardino in cui sicuramente si trovava un albero di pesche. Erano i primi anni sessanta. 
Ecco i pochi racconti che mi riguardano di quel periodo: 
1 Che cosa si fa per i soldi! 
Viveva accanto a noi un'amica di mamma chiamata Maria 'a marchiciana che per insegnarmi a camminare mi faceva vedere 1 lira e io, piano piano, muovendomi cercavo di prenderla. 
Se riuscivo ad arrivare da lei la lira era mia. 
2 La mia prima fuga da scuola
Mia madre il primo giorno che mi porto all'asilo mi lascio lì per riprendermi prima di pranzo. Io, dopo un po', non so come, me ne andai dall'asilo e piangendo me ne tornai a casa tutto solo. Ovviamente dopo quella volta mia madre mi lascio a casa e non frequentai più l'asilo. L'anno dopo andai alla prima elementare. 
3 La montagna rossa
Questo forse è l'unico ricordo veramente mio di quegli anni: c'era vicino a noi un posto che chiamavamo la montagna rossa dove andavamo a giocare, uno dei giochi era sdraiarsi su un cartone e lasciarsi scivolare sui pendii di quella montagna rossa, probabilmente una collinetta di terra rossastra visto che avrò avuto al massimo 6 anni, dato che, dopo aveli compiuti, ci trasferimmo tutti al Travertino.



Al Travertino
Perchè ci trasferimmo non mi è dato sapere (non ho più nessuno che me lo racconti) ma lasciammo la borgata Fogaccia e andammo in un altro quartiere di Roma, il Travertino, nella terra dei miei nonni paterni. 
In una casetta piccina, piccina. 
Una casetta  di muratura formata da un corridoio, una cucina e una camera da letto. 
Il bagno in casa non c'era, era fuori nel piazzale dove c'erano altre casette, un bagno alla turca utilizzato da più famiglie.
Accanto ad una grossa fontana-lavatoio, dove si faceva il bucato. 
Ricordo che per lavarci mia madre, dopo aver riscaldato l'acqua, utilizzava una bagnarola. 
La via del Travertino dove vivevo era come un piccolo paese composto da una decina di case in cui abitavano tutte persone in qualche modo parenti. Oltre i nonni, io chiamavo tutti zii o zie anche quelli che probabilmente non lo erano. 
C'erano case basse e piccole, altre sempre basse ma con più stanze, una ad un piano, in fondo si trovava la casa di mia nonna, la più grande di tutte con tre stanze, dietro alla quale c'era un grande orto che chiudeva la via. Un palazzo antico all'inizio delimitava la strada, il piano sotto era disabitato e in stato di abbandono (con dei misteri che racconterò in un prossimo post), al piano sopra viveva uno zio; la cosa particolare del piano sopra era che in una stanza c'era una porta, che se l'aprivi, ti ritrovavi il vuoto e rischiavi di cadere di sotto, mi raccontarono che quell'ala del palazzo era stata distrutta da un bombardamento durante la guerra. 
La via iniziava accanto a quel vecchio palazzo e andando in discesa, sulla destra c'era un muretto che la separava dall'altra strada e sulla sinistra un'altra casa che la delimitava. Alla fine di questa discesa iniziava uno spiazzo più grande lungo un centinaio di metri, sempre delimitato da case o da muretti, che arrivava sino alla casa di mia nonna. 
La mia casetta si trovava alla fine della discesa sulla destra di fronte alla fontana.
Quei 5 anni che siamo stati là lì ricordo con felicità anche se per i miei, probabilmente, sono stati faticosi ed economicamente non particolarmente floridi. 
Ma noi eravamo bambini ed in quel piccolo "paesino" isolato dalle altre vie giocavamo tra fratelli e cugini, e ci divertivamo spensieratamente. 
 
                                                      continua...