sabato 30 dicembre 2023

Storie di Famiglia: Nonno Francesco seconda parte


Nonno Francesco

Dove eravamo rimasti?
Il post precedente su Nonno Francesco terminava con la morte di mia nonna Serafina e lui che era rimasto solo con 3 figli, 2 maschi ed una femmina, mia madre.
Erano gli anni 30 e lui continuava a campare trascinando il suo carretto con frutta e verdura. Le mie informazioni su quel periodo sono poche e ormai non c'è più nessuno che può raccontarmele.
Questo è ciò che so dai racconti di mia madre. 
Un po' di tempo dopo la morte di mia nonna, nonno Francesco incontro un'altra donna e si risposó.
Mia madre fu mandata ad un collegio di suore fuori Roma, probabilmente a Cecina, perché mio nonno non era in grado di accudirla (fu riportata a Roma dai soldati tedeschi quando requisirono il collegio dove risiedeva perché utilizzato come comando militare).
Tempo dopo accadde che uno dei miei zii ancora piccoli disse a mio nonno che quando lui usciva per andare a lavorare, veniva sempre un signore a fare compagnia a sua moglie.
Il giorno dopo fece finta di andare al lavoro e attese: come aveva detto mio zio un uomo arrivó ed entró in casa.
Mio nonno lo raggiunse in casa e picchio lui e cacció la moglie di casa, infuriato.
Diverso tempo dopo venne a sapere che lei era incinta nel momento in cui l'aveva cacciata di casa e dopo aver partorito aveva lasciato il figlio in un orfanotrofio. Lui, anche se non aveva prove che il figlio fosse suo, andò in quell'orfanotrofio per prenderlo e portarselo a casa.
Ma lì gli dissero che il bambino era morto.
Ma la vita è strana e a volte fa delle sorprese inaspettate.
10 anni dopo gli arrivó una lettera da quell'orfanotrofio in cui gli comunicavano che da loro c'era un bambino con il suo cognome, cresciuto lì, per cui se lui voleva poteva passare a prenderlo.
Non è dato sapere né perché prima gli avevano detto che era morto, ne il perché avessero aspettato così tanto per comunicargli che era vivo. 
Così è! Lui non ci penso un'attimo e lo andò a prendere e lo portó a casa con se. 
E così la famiglia di mio nonno aumentò. 
Probabilmente questo fatto accadde subito dopo la fine della guerra. 
Negli anni precedenti mio nonno campava sempre piu con difficoltà con il suo carretto di frutta e verdura; in guerra trovare cibo era diventato sempre più difficile e lui, anche se era vietato dal regime fascista, andava nei paesi fuori Roma per comprare viveri per la famiglia e una parte rivenderla. 
In uno di questi viaggi lui ed un suo amico furono fermati da un gruppo di fascisti, 
picchiati selvaggiamente e lasciati lì. L'amico di mio nonno morì dalle botte ricevute, mio nonno si salvò ma, da come mi raccontó mia madre, i colpi ricevuti gli recarono ferite interne che lo fecero soffrire tutta la vita. 
Per capire il carattere di mio nonno c'è un episodio emblematico:
mia madre si era fidanzata con mio padre, avranno avuto 20/21 anni, mio nonno li lasciava uscire da soli ma, non fidandosi, li seguiva mascherandosi da mendicante, cercando di non farsi vedere.
Era un tipo veramente unico. 
Io avevo appena 6 mesi quando è morto, viveva con i miei, e so che ebbe un ictus che lo portò via in poco tempo. 
Era il 1959, non so quanti anni avesse in quel momento, ma quello che so è che è stato sicuramente un uomo che ha vissuto intensamente la sua vita. 




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